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CONTRATTI FERMI DA DIECI ANNI, NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE: INTERVISTA SEGRETARIO CDLS

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San Marino, 12 agosto 2023 . Dai contratti fermi al palo da dieci anni alla tutela della sanità pubblica; dalla necessità di un piano per lo sviluppo economico alla tutela dei diritti degli oltre 7mila lavoratori frontalieri. Sono i temi al centro dell’intervista del segretario CDLS al Corriere di San Marino.

Segretario Montanari, la faccenda DES e dintorni è uscita dalla porta per rientrare dalla finestra?

Con il DES prima e oggi con le residenze fiscali domiciliate siamo sempre lì, al miraggio dell’economia border-line e dei soldi facili. Eppure la storia recente ci ha dimostrato che si tratta di scorciatoie opache, che hanno provocato alla nostra Repubblica più svantaggi che benefici. Il problema vero è che il governo non ha un progetto economico di prospettiva: da anni chiediamo, inascoltati, una cabina di regia con tutte le forze sociali e imprenditoriali in grado di delineare un piano di sviluppo legato all’economia reale, un piano che sappia, ad esempio, guardare al tessuto imprenditoriale della vicina Emilia Romagna, una delle Regioni guida dell’economia italiana con un Pil pro capite superiore alla media Europea, creando delle virtuose sinergie. 

Contratti e Sanità: obiettivi prioritari

Non c’è più tempo da perdere: il contratto della PA, dei salariati e delle banche, fermi da oltre 10 anni, vanno rinnovati. In uno scenario dominato dall’inflazione galoppante, dai rincari dell’energia e dei beni di prima necessità, fare i contratti è infatti un dovere assoluto ed è anche un atto di responsabilità, perché sostenere i bilanci famigliari di migliaia di lavoratori ha un effetto positivo sui consumi e quindi sull’economia interna. Inoltre abbiamo chiesto di aumentare sensibilmente gli assegni familiari per dare sempre più sostegno alle famiglie. La CDLS da tempo sottolinea che lo stato di salute del nostro sistema sanitario è critico: il 40% dei medici ha una età media sopra i 55 anni, mentre il numero dei professionisti della medicina di base, a fronte di un aumento di 9mila pazienti dal 2011 ad oggi, è rimasto lo stesso di dieci anni fa. C’è insomma la necessità di dare concretezza al confronto sulla riorganizzazione e sul fabbisogno del personale dell’ISS perché la sanità pubblica è per noi un baluardo intoccabile.       

La questione frontalieri prevede più di uno scoglio. Parliamo dei mancati permessi per i genitori di ragazzi con disabilità. Cosa intende fare il sindacato in merito a un passo dalla visita del presidente Mattarella sul Titano?

Risolta positivamente per i lavoratori la questione franchigia, con il suo ritorno a quota 10mila euro, oggi è sul terreno dei diritti e della pari dignità di trattamento che si concentra l’impegno del sindacato. Al primo posto c’è sicuramente il tema dell’accesso ai congedi parentali per i lavoratori frontalieri con figli disabili, accesso legato alla residenza e quindi negato sia ai frontalieri italiani che ai frontalieri sammarinesi. C’è poi il nodo della parità fiscale del trattamento previdenziale per gli ex lavoratori frontalieri oggi pensionati, ai quali va estesa la franchigia prevista per i lavoratori. Alla faccia infatti della convenzione contro le doppie imposizioni, dopo quasi 10 anni i due Stati non hanno ancora risolto la controversia della potestà fiscale in ambito previdenziale, esponendo così i pensionati ex frontalieri a veri e propri salassi fiscali. Certamente la visita del presidente Mattarella ci offre una importantissima occasione per e chiedere la rimozione di queste ingiustizie e disparità di trattamento

Sono previsti incontri o sinergie con i maggiori sindacati italiani?

Con Cgil, Cisl e Uil di Emilia Romagna e Marche siamo da anni impegnati nel CSIR, il Consiglio Sindacale Interregionale, e proprio sul tema della parità di trattamento degli oltre 7mila lavoratori frontalieri è prevista in autunno una intensa campagna mediatica per spingere i governi di Italia e San Marino a soluzioni concrete in ambito sociale e previdenziale. I sindacati sammarinesi e italiani diranno con forza che tutti i lavoratori sono uguali in diritti e dignità.

Carla Dini, Corriere San Marino

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