Bussola contrattuale
Legge sul lavoro: per il direttivo della FLI-CSU bisogna ripartire dall’ultimno contratto industria.
San Marino, 8 settembre 2005
E’ il contratto industria la bussola della riforma del lavoro. Anche la Federazione Lavoratori Industria della CSU spinge per cambiare il progetto di legge prima del voto in seconda lettura.
Il direttivo della FLI-CSU, riunito mercoledì 7 settembre, esprime “forte contrarietà” di fronte al tentativo di non tenere in considerazione tutti i contenuti dell’ultimo contratto del settore industria e artigianato all’interno della nuova legge sul lavoro.
Per la Federindustria i paletti anti-precarietà introdotti con l’ultimo accordo contrattuale hanno contribuito a migliorare la riforma del lavoro. Quindi vanno “riportati fedelmente, e senza interpretazioni” all’interno della nuova normativa in discussione in Consiglio.
Sono due in particolare i punti su cui si concentrano le critiche del direttivo sindacale. “Abbiamo sempre sostenuto – afferma la FLI-CSU – che l’ampliamento degli strumenti formativi attualmente esistenti poteva essere affrontato, ma a condizione che il percorso porti alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Invece, nel caso dei giovani fino a 23 anni, si corre il rischio che le aziende li possano assumere con la decurtazione della retribuzione fino ad un massimo di 24 mesi e senza nessuna garanzia dell’assunzione definitiva”.
L’altro punto controverso riguarda i contratti CoCoCo. “I contratti di collaborazione e consulenza così come previsti dalla legge rappresentano una forma di sfruttamento legalizzato”. A questo poi si aggiunge, continua la Federindustria, “l’assenza di un impianto sanzionatorio, strumento indispensabile per evitare un uso indiscriminato di assunzioni precarie e sottopagate”.
In esame della direttivo anche la riforma delle pensioni. “Necessario rivedere il sistema previdenziale per garantire una maggiore sostenibilità finanziaria del Fondo Pensioni, a patto però che questo valga per tutte le categorie di contribuenti”.
A questa premessa, la FLI aggiunge che le proposte legislative del governo prevedono “cambiamenti troppo repentini” sia sul fronte dell’aumento dell’età pensionabile che su quello della riduzione delle prestazioni.
Da tenere poi in maggiore considerazione la questione dei lavori usuranti nel settore privato. E ancora: un punto fermo della riforma deve essere la “parificazione dei trattamenti per tutti i lavoratori dipendenti” e il contributo dello Stato “a garanzia della stabilità del fondo pensioni”.