Bonolis e la politca dei bambini viziati
E se avesse ragione Bonolis? Se la politica fosse in mano ad adulti che si comportano come bambini? Viziati, aggiungiamo, da giornalisti-genitori-badanti pronti a prenderne le difese sempre e comunque in un gioco che sa tanto di macchietta.«I bambini sono ovunque. Pure in politica… – ha detto Bonolis a Tv Sorrisi e Canzoni – Politicamente e moralmente l’Italia è agonizzante.
E quelli che le stanno intorno e fingono di rianimarla, in realtà le stanno fregando il portafoglio, i denti d’oro e pure la collanina».Il Tempo l’ha subito messo in croce accusandolo di essere l’ennesimo tribuno mediatico alla Grillo, un moderno Savonarola: “Tribunolis”, il nomignolo affibbiato al conduttore sbattuto in prima pagina. «Non fondo partiti politici, non vado a bussare alle porte delle persone per dire ciò che penso ma semplicemente a domanda rispondo», la replica di Bonolis. Polemica surreale? Solo superficialmente.
Poco importa che Bonolis sia un “esperto” di bambini in tv grazie al suo Chi ha incastrato Peter Pan, in onda sulla rete ammiraglia del Cavaliere, che deve il suo successo alla spontaneità dei bambini che fanno il loro mestiere di bambini: chiedono, parlano liberamente, non hanno malizie. Rarità in un palinsesto televisivo che vede bambini ingabbiati nel ruolo di cantanti adulti, usati come scimmiette ammaestrate di un circo di serie B.L’impressione è che Bonolis abbia toccato un nervo scoperto della politica italiana, invasa da politici-bambini che dei bambini veri conservano solo i capricci e le cattiverie ingiustificate, il divertirsi pronunciando “cacca” (che nella versione adulta diventano barzellette blasfeme o sugli ebrei o sulla collega brutta) solo per dispetto perché “non è bene dirlo” (dimenticando che il punto non è dirle certe cose ma è pensarle!).
Come per troppi bambini di oggi il loro essere viziati è nutrito da uno stuolo di adulti opinionisti col ruolo di difensori d’ufficio qualunque torto abbiano i pargoletti. Ma il segreto della crescita è dire ai bambini sempre la verità. Coi modi giusti, certo, ma le bugie non fanno bene mai. Soprattutto se i bambini hanno loro per primi il dover di non dipingere un mondo perfetto tutto azzurro. Ps: la domanda è: perché se Bonolis non ha fatto un solo nome di politico tutti, compresi quelli del Tempo, hanno pensato subito che si riferisse ad una sola persona in particolare?
Di Giovanni Marinetti (Farefuturo)