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Azienda Servizi, a quando il rilancio?

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La CSU incalza il governo. Zonzini: “Presentato da tempo un nuovo piano gestionale e organizzativo”.

San Marino, 21 dicembre 2004

Con una lettera inviata al governo lunedì 20 dicembre, la Centrale Sindacale Unitaria sollecita l’apertura de confronto sull’assetto istituzionale e gestionale della Azienda Autonoma di Stato dei Servizi.

Confronto che la CSU attende dal mese di novembre, quando ha inviato al governo un piano di rilancio dell’Azienda statale che opera in settori strategici come quello dell’acqua, luce gas, igiene urbana, trasporti.

“Di fronte al contestato progetto di trasformazione dell’Azienda Servizi in società per azioni – ricorda Stefano Zonzini della Federazione Pubblico Impiego CDLS – il sindacato ha deciso di presentare un piano di rilancio per confermare la natura pubblica dell’azienda autonoma. E attraverso la ristesura dello statuto aziendale, abbiamo voluto ridare all’AASS una serie di poteri gestionali e decisionali indispensabili a renderla maggiormente autonoma, con l’obiettivo di alzare i livelli di efficienza e consolidare i risultati economici fin qui raggiunti”.

Sono tre i punti chiave del piano sindacale.

Punto uno: gestionale-amministrativo.
Si indica la necessità di modificare una serie di leggi per ridare una vera autonomia all’azienda, riportando il potere gestionale ed organizzativo del personale alla figura del direttore generale. Assetto in vigore prima del 1995.

Punto due: amministrativo-finanziario.
Il controllo di gestione dell’Azienda è affidato per legge istitutiva delle Aziende al Collegio dei Sindaci Revisori (Legge 26.11.1980 n. 88). Trattandosi di Azienda Autonoma, si dovrebbe prevedere un diverso sistema di rapporti tra la Commissione della Finanza Pubblica e l’Azienda che semplifichi le forme di controllo e renda meno burocratici i passaggi autorizzativi. L’attuale situazione ha incrementato notevolmente i processi burocratici ed i tempi di realizzazione dei lavori nella gestione dell’attività ordinaria dell’Azienda, pertanto si rende indispensabile prevedere una diversa modalità che assicuri celerità operativa e garanzie di correttezza procedurale.

Punto tre: operativo.
Si rileva che tutti i lavori aziendali sono sotto regime concessorio, la semplice costruzione di una presa di allacciamento ad un utente e le opere ricadenti nella autorizzazione, ammontano ad un migliaio all’anno. Negli anni sono state richieste semplificazioni burocratiche, ma non hanno dato esito. Allo stato attuale, in relazione alla normativa in materia di urbanistica ed edilizia, la quasi totalità dei lavori non ha autorizzazione preventiva. Laddove viene presentata regolare richiesta di concessione (cabine elettriche, ecc.) occorre aspettare anche anni per avere le autorizzazioni: ciò è inconciliabile con i tempi brevi di risposta che occorre assicurare agli utenti.
Occorre avere tempi più brevi per le autorizzazioni, prevedendo canali preferenziali che velocizzino l’iter burocratico attualmente richiesto dalla normativa vigente. A tal proposito l’annunciata decadenza della commissione Urbanistica potrà meglio favorire l’individuazione di soluzioni idonee alle esigenze evidenziate.