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Autunno caldo su contratti e frontalieri

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Riunito il consiglio confederale CDLS. In agenda i rinnovi dei contratti, le riforme e la vertenza dei frontalieri

San Marino, 26 luglio 2004

Si è riunito nel pomeriggio di lunedì 26 luglio il Consiglio confederale della CDLS per una messa a punto dell’agenda sindacale prima della pausa estiva.

Molti gli argomenti sul tappeto: politica delle riforme con quella pensionistica, della PA e del mercato del lavoro in primo piano; vertenza frontalieri e avvio della stagione contrattuale.

Il segretario della CDLS, Marco Beccari, ha aperto i lavori esprimendo forti perplessità sul metodo del confronto scelto dal governo: “I documenti relativi alle riforme sono prima oggetto di dibattito nell’aula parlamentare, che poi sfocia in ordini del giorno di fatto vincolanti per la successiva trattativa con le parti sociali. Un metodo che rischia di ridimensionare il ruolo del sindacato e delle altre parti sociali. Sulle grandi scelte economiche ed istituzionali va invece aperto un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali: riforme come quelle delle pensioni, del pubblico impiego e del mercato del lavoro potranno raggiungere il loro scopo solo attraverso la partecipazione e condivisione di quelle forze che rappresentano migliaia di lavoratori e pensionati”.

Quindi il segretario della CDLS ricorda che sulla riforma previdenziale “non si sono viste proposte, anche se il confronto dovrebbe partire a settembre” e che sul fronte della riorganizzazione della macchina statale non è ancora “arrivata sul tavolo del sindacato la dotazione organica minima, ovvero il documento centrale per far partire il progetto di riforma”. Idem per quanto riguarda il mercato del lavoro: “Una relazione è già stata presentata nella seduta consiliare del 19 luglio, mentre il confronto con le confederazioni sindacali deve ancora iniziare”.

Si profila un autunno molto intenso per l’irrisolta vertenza dei lavoratori frontalieri. “A settembre – avverte Beccari – è in programma la ripresa del confronto italo-sammarinese sui temi del frontalierato. E’ chiaro che il nodo fiscale resta quello più controverso. Per il sindacato l’attuale trattamento previsto dalla legge Finanziaria è ingiusto. In ballo non c’è l’esigenza di trasparenza amministrativa e fiscale sui redditi percepiti lavorando a San Marino, questo punto non è mai stato messo in discussione, il problema vero è che i redditi dei frontalieri vengono pesantemente tassati solo per chi sceglie di venire a lavorare sul Titano. Non succede infatti così per i migliaia di italiani occupati in Svizzera, mentre nessuna tassa è prevista per quelli del Vaticano. Dobbiamo partire da questa palese ingiustizia non certo per illudere gli oltre 5 mila frontalieri occupati in Repubblica, ma per concordare una legge ordinaria che preveda un trattamento diverso, all’insegna dell’equità. Le forze sindacali hanno già presentato al governo sammarinese una serie di proposte su cui lavorare insieme, mentre deve continuare il pressing nei confronti dei parlamentari italiani”.

Doppia tornata contrattuale in vista. A fine anno sono in scadenza i contratti dei due settori tradizionalmente più importanti del mondo del lavoro sammarinese: pubblico impiego e industria e artigianato, con circa 12 mila lavoratori interessati. “Su questo importante e delicato passaggio contrattuale – spiega il segretario della CDLS – l’impegno della Centrale Sindacale unitaria è quello di trovare una convergenza su obiettivi comuni ai lavoratori sia del settore pubblico che di quello privato. Punto centrale della nuova stagione contrattuale è comunque la salvaguardia del potere d’acquisto di salari e stipendi, già messi alla prova dalle politiche di contenimento dei costi dell’Amministrazione Pubblica e da un triennio di aumenti spesso indiscriminati dei prezzi”.

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