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Aung San Suu Kyi esclusa dal voto

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La leader dell’opposizione birmana e premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, ha fatto appello al popolo birmano perché reagisca contro «una legge ingiusta» che la esclude dal voto, insieme ad altri 2.100 detenuti politici.

La premio Nobel ha spiegato che non soltanto lei «ma anche il popolo e le altre forze politiche devono rispondere insieme» alle nuove norme. La giunta militare al potere ha promulgato una legge secondo cui le persone detenute non possono appartenere ad un partito. E la Premio Nobel è agli arresti domiciliari per un periodo di 18 mesi per avere ospitato a casa propria un cittadino americano. La pena inizialmente comminata era di tre anni di reclusione in carcere, ma era poi stata commutata negli arresti domiciliari per ordine del leader della giunta birmana, il generale Than Shwe

La CDLS  condanna duramente la giunta militare birmana e la inaccettabile nuova legge elettorale che impedisce ad Aung San Suu Kyi ed agli altri oltre 2.100 detenuti politici di candidarsi e di votare alle prossime elezioni. Questa legge rappresenta la tragica conferma, la totale non credibilità delle prossime elezioni e l’ assoluta non volontà della giunta militare birmana di avviare una rapida ed effettiva transizione alla democrazia.  La nuova legge elettorale segue l’imposizione di una costituzione che perpetua anche nel futuro il potere militare, impedisce la libertà di organizzazione, prevede il lavoro forzato e la violazione dei diritti umani fondamentali