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Anni ’90, la crescita dell’economia e il lavoro frontaliero

1990: nuovi segni di crisi industriale che si preannunciava simile a quella dell’83-85, paura di non essere all’altezza dell’Europa – L’Anis chiede diminuzione della forbice tra pubblico e privato
* Aprile 1991, 9° congresso: nuovo ruolo che il sindacato doveva assumere, non più legato prevalentemente al concetto di retribuzione sufficiente e alla certezza del lavoro, ma soprattutto ai bisogni sociali (relazioni interpersonali, socializzazione, ecc), ed alle esigenze di stima ed autorealizzazione dei lavoratori, In particolare il Congresso vincolava gli organi dirigenti della Confederazione: “ad operare perché abbiano piena attuazione le normative e le salvaguardie predisposte nella salute dell’ambiente e dei lavoratori; ad adottare nella sua complessità il progetto Organizzativo Partecipato predisposto nella fase preparatoria del Congresso, discusso ed approvato dall’Assemblea Generale dei Quadri, ampiamente ripreso nel dibattito congressuale; a sviluppare l’azione unitaria della CSU nella convinzione che gli impegnativi appuntamenti dei lavoratori del paese comportino la necessità della massima unità di tutti i lavoratori; ad adottare iniziative e provvedimenti affinché gli anziani ed i pensionati trovino maggiore spazio di partecipazione all’interno del sindacato e maggiore considerazione nella società; a consolidare le significative sperimentazioni effettuate e le innovazioni introdotte nel nostro sistema scolastico, compresa l’Università, e svilupparlo nella prospettiva di formare cittadini capaci di far fronte alle sfide culturali e professionali del futuro; ad attrezzarsi per far fronte adeguatamente ai prossimi appuntamenti di rinnovo dei contratti di lavoro non come semplice conseguimento di adeguamenti retributivi e normativi, ma anche come occasioni per progettare le nuove relazioni industriali, l’adeguamento dei servizi pubblici, la definizione del ruolo del sindacato nella rappresentanza dei lavoratori, sui posti di lavoro e nel Paese”. Nuovo segretario Marco Beccari
* Agli inizi del 1992 cade il governo al potere dal 1986 formato da Democrazia Cristiana e Partito Comunista, sostituito da un governo composto da democristiani e socialisti.
* Durante l’estate fu sottoscritto un accordo con la CEE (Comunità Economica Europea) la cui elaborazione vide il costante coinvolgimento del sindacato
* conferenza organizzata dalla CSU (“Riforme istituzionali: quale stato di diritto, separazione di poteri, controllo e partecipazione?”) il 18 settembre.
* Al 31 luglio 91 vi erano 1.513 frontalieri che lavoravano a San Marino su un totale di 10.622 lavoratori dipendenti, ovvero il 14,2% del totale. Nel 1985 erano solo 652, per cui vi era stato un aumento notevole della loro presenza nel tessuto lavorativo sammarinese.
* 1992: Occorreva che il sindacato contribuisse “in maniera decisa ad un miglioramento complessivo della società da realizzarsi non solo in termini quantitativi ma anche e soprattutto in termini qualitativi”.
* venne organizzato da entrambi i sindacati nel mese di aprile un seminario sulle relazioni sociali, perché si attribuiva grossa importanza al dialogo sereno tra le parti ed al confronto costruttivo, visti anche i risultati conseguiti negli ultimi contratti grazie proprio alle nuove strategie relazionali messe in campo dopo la firma dell’accordo incentrato sulle “nuove relazioni industriali”, strategie che si volevano utilizzare anche con le altre controparti pubbliche e private.
* costituzione ufficiale, il giorno 4 maggio, della Federazione Costruzioni
* mese di maggio introduzione di un nuovo meccanismo di adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni in grado di superare il vecchio sistema basato sulla scala mobile che da anni era motivo di polemica
* 1993: istanza per abolire lo 0,40 L’iniziativa non era nuova, perché già nel 1975, nel ’77 e nell’81 erano state inoltrate istanze analoghe al Consiglio
* Per la CDLS la soluzione agli scompensi dell’economia sammarinese si poteva trovare varando tre semplici leggi: una che definisse con chiarezza i costi della P.A. per almeno 4 anni; una che bloccasse le assunzioni per lo stesso periodo, innescando nel contempo la mobilità, un aggiornamento professionale di livello, la riqualificazione e riconversione dei titoli di studio; una legge per avvicinare le posizioni economiche e normative dei dipendenti pubblici e privati
* 16/5/94: approvazione statuto Fondazione per la Solidarietà
* 1994: “Università del tempo libero” (oggi Università del Sorriso)
* Maggio 95: X congresso della CDLS “Solidarietà, impegno sociale per una nuova cultura del lavoro”: Le tesi su cui si svolse il Congresso furono varie, ma la più innovativa risultò senz’altro quella legata al concetto di solidarietà, che d’altronde era centrale anche nel titolo dato al congresso stesso. Il paese aveva infatti raggiunto una “positiva situazione economico-occupazionale”, e gli obiettivi di politica sociale conquistati dai lavoratori sammarinesi permettevano al sindacato di “impegnarsi maggiormente per il recupero delle radici di solidarietà, impegno sociale per una nuova cultura del lavoro”, patrimonio della CDLS e tema del congresso, “valori che in un contesto di benessere come quello raggiunto, rischiano di essere dimenticati. Per quanto concerneva l’occupazione, le tesi congressuali sottolineavano che la situazione era buona perché, a parte una leggera disoccupazione definita fisiologica, i dati erano positivi. Infatti dai 9.600 lavoratori dipendenti del 1990, si era passati agli 11.600 del ’93 ai 12.200 del ’94. Grazie al benessere che poteva offrire, la Repubblica stava trasformandosi in un paese di immigrati, ribaltando quella che era la sua tradizione storica. Il congresso terminò con la divulgazione di una mozione conclusiva in cui si plaudiva all’istituzione della Fondazione “Solidarietà” “finalizzata alla realizzazione di aiuti a favore delle popolazioni del terzo mondo”, e si invitavano i lavoratori e i cittadini a sostenere le iniziative da lei adottate prendendo atto che si era già manifestata tra gli iscritti “la decisa volontà di sviluppare i valori e la cultura della solidarietà, dell’impegno sociale, di una nuova cultura del lavoro, della difesa dell’ambiente, del potenziamento dello stato sociale e dei servizi; evidenziando nel contempo la preoccupazione che le attuali condizioni positive dell’economia e dell’occupazione possano in prospettiva non essere confermate senza l’attivazione di precisi progetti e programmi”. Inoltre invitava i nuovi organi dirigenti ad adoperarsi per:
“1. Una forte iniziativa per la diffusione della cultura della solidarietà e di interventi concreti che coinvolgano tutti i lavoratori a fianco dei popoli che subiscono gli effetti della ingiusta distribuzione delle ricchezze del mondo.
2. L’adozione di programmi e progetti, capaci di dare stabilità e certezza allo sviluppo economico del Paese, garanzia di livelli alti di occupazione qualificata e rispondente alle istanze delle nuove generazioni in un corretto rapporto fra esigenze dell’economia e priorità dei valori umani. Nell’ambito di questi programmi, a cui sia assicurata la partecipazione elaborativa dei lavoratori, devono trovare corretta soluzione gli attuali problemi di un governo del mercato del lavoro e dell’equilibrio fra inserimento lavorativo della popolazione residente e dei lavoratori frontalieri nonché la salvaguardia dei diritti fondamentali di tutti i lavoratori indipendentemente dalla loro provenienza.
3. Una ferma politica di difesa dell’ambiente del territorio che permetta di salvaguardare i necessari equilibri fra esigenze di urbanizzazione e i diritti delle nuove generazioni di fruire di un ambiente non irrimediabilmente deteriorato. In merito il Congresso ha approvato un apposito ordine del giorno che va a far parte della presente Mozione Conclusiva.
4. La salvaguardia di alti livelli di qualità nei servizi sociali mobilitando le necessarie risorse pubbliche e la partecipazione della società civile. Alti livelli di qualità debbono essere salvaguardati anche nella Sanità e nella Scuola dando spazio alle potenzialità e valorizzando le sperimentazioni effettuate quale punto di partenza per ulteriori innovazioni”.
La mozione conclusiva si concludeva con l’auspicio di:
“a. Salvaguardare e sviluppare gli attuali livelli di unità qualificandoli ulteriormente nelle politiche generali e nell’unità d’azione in una organizzazione aperta, democratica, pluralista per utilizzare pienamente la forza del movimento sindacale nell’interesse dei lavoratori e del Paese quale obiettivo raggiungibile nell’attuale momento.
b. Recepire attraverso una consultazione di tutti i lavoratori dipendenti le indicazioni per qualsiasi decisione in merito al contributo obbligatorio previsto per Legge avendo come obiettivo prioritario la salvaguardia di un Sindacato rinnovato e strettamente collegato con la propria base”.
Il nuovo Consiglio Confederale della CDLS si riunì per la prima volta il 22 maggio, e rielesse Marco Beccari come segretario generale.
Nei mesi successivi al congresso non accaddero fatti particolarmente rilevanti. Importante è senz’altro sottolineare che nel mese di luglio il sindacato iniziò concretamente ad adoperarsi in senso solidaristico, come stabilito proprio dal congresso, versando un’importante cifra a favore delle bambine madri aiutate dal progetto “Meninos e meninas de Rua di Praca Da Sé”.
* Il 28 novembre la CDLS organizzò un dibattito pubblico nel teatro di Borgo sempre per parlare degli argomenti più sentiti in quel momento (ambiente, contributo obbligatorio, mercato del lavoro, sistema previdenziale,
* Giugno 96: referendum sullo 0,40
* 1997 Inaugurazione sito internet
* Legge quadro in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, n. 31, 18/2/1998.
* conferenza programmatica organizzata per il 30 marzo 98 sul tema “Ruolo del Sindacato nella società e nell’economia che cambia”. Centralità della famiglia, maggiore attenzione ai giovani, anziani “una risorsa da salvaguardare e valorizzare, bisogno di profonde innovazioni nel sistema pensionistico, difesa del ruolo contrattuale del sindacato
* 1998: il governo blocca le sostituzioni. Dicembre: conferenza CDLS sulla PA
* Nascita in dicembre dell’ASDICO
* L’Associazione Lavoratori Frontalieri Italia – San Marino registrò il suo statuto a Rimini il 12 marzo 1998, tuttavia aveva già iniziato la sua attività nel giugno 1997 come Comitato Frontalieri della R.S.M. inviando una lettera a vari rappresentanti politici italiani per esternare i problemi ed i timori di natura fiscale che vi erano, e proseguendo nel mese di luglio con un’assemblea generale in data 18.
* Aprile 98: 11° congresso: “Il ruolo del sindacato nella società del 2000”, gli iscritti al sindacato erano quasi 4000. Le cose da fare con celerità erano la riforma della P.A., con modificazione dell’assetto istituzionale per assicurare la certezza del diritto, la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, la loro partecipazione al processo di riforma, l’efficienza e la massima funzionalità dei servizi erogati; la riforma dell’intero complesso del diritto del lavoro e del modello di sviluppo; la riforma del sistema previdenziale affinché fosse garantito il mantenimento dei livelli di prestazione agli utenti, in particolare ai pensionati, e fossero assicurate anche prospettive certe a chi stava contribuendo.
* 1999: conferenza “L’Euro, l’Economia del 2000, il ruolo del Sindacato”

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