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Anni ’70, la crsi economica e i conflitti sociali

Nel giugno del 1972 si svolse il 3° congresso della CDLS in cui si puntò il dito contro gli scarsi investimenti nei settori produttivi e la mancanza di una politica di seria programmazione economica, per cui si chiedeva una concreta politica delle riforme capace d’investire in primo luogo le strutture istituzionali dello Stato e in grado di valorizzare maggiormente l’apporto delle masse popolari. Momenti qualificanti di tale programmazione dovevano essere:
1. una occupazione dignitosa e capace di garantire a tutti eque condizioni di vita;
2. la tutela integrale del lavoratore contro ogni rischio alla salute restituendo all’I.S.S., gestito democraticamente, i suoi compiti prioritari di prevenzione e di salvaguardia dei cittadini potenziando i servizi sanitari, applicando più severamente le norme anti – infortunistiche, ed uniformando il sistema pensionistico alle reali esigenze dei lavoratori;
3. concreta realizzazione del diritto di tutti i lavoratori alla casa, nell’ambito di una politica del territorio che salvaguardi gli essenziali valori paesaggistici ed umani, e ponga fine agli aspetti speculativi che ne hanno impedito uno sviluppo armonico e rispondente alle esigenze della Comunità;
4. una politica di contenimento dei prezzi ed una più razionale organizzazione della rete distributiva in modo da evitare il crescente deterioramento del potere d’acquisto delle retribuzioni;
5. una più concreta diffusione della cultura che parta da una scuola più democratica e aperta alla realtà odierna ed estesa a tutti i cittadini, in modo da rendere tutti pienamente coscienti delle loro scelte e delle loro responsabilità.”
Il sindacato doveva contribuire “da posizione preminente alla realizzazione di questi punti programmatici”. L’autonomia dell’organizzazione sindacale era senza dubbio “la condizione necessaria per realizzare pienamente la funzione del Sindacato nella Società”, e doveva dunque essere realizzata per assumere “un ruolo propulsore per un più reale potere dei lavoratori”. Ovviamente per farlo occorreva “l’osservanza di precise incompatibilità degli incarichi sindacali con altri di natura più squisitamente politica ed amministrativa”, incompatibilità che venivano indicate con precisione:
“I Membri della Segreteria, dell’Esecutivo, del Consiglio Confederale, il direttore dell’Organo Ufficiale e chiunque operi a pieno tempo alle dipendenze della Confederazione, non possono assumere incarichi di Capitano Reggente e di Membro del Congresso di Stato, né rivestire funzioni direttive nell’ambito dei Partiti politici, né svolgere funzioni direttive nell’ambito della Pubblica Amministrazione, che possano avere rapporti di contrattazione delle condizioni di lavoro.
Il Congresso impegnava altresì gli Organi della Confederazione, a realizzare le incompatibilità fra il mandato sindacale e l’incarico di Membro del Consiglio G. e G., nel momento in cui analoghe decisioni sarebbero state adottate dalla Confederazione Sammarinese del Lavoro.
La mozione si concludeva con un preciso richiamo all’unità sindacale: “L’autonomia è l’elemento condizionante per l’unità di tutti i lavoratori e costituisce la massima aspirazione del Movimento Operaio e la inderogabile esigenza, scaturita dalle lotte unitarie, per la soluzione dei problemi generali e settoriali dei Paese. L’unità dovrà realizzarsi attraverso il superamento delle condizioni che nel passato hanno determinato dolorose fratture fra i lavoratori, nel vasto e approfondito dibattito dei comuni problemi e delle comuni aspirazioni fra i lavoratori di tutte le categorie, e la convergenza delle Organizzazioni sul ruolo che al Sindacato compete nella Società, in rapporto alle istituzioni, alle forze sociali e alle prospettive di una posizione di maggior potere dei lavoratori”.
* Nuovo segretario Giardi Giovanni
* 1973: Nuovo governo con DC, PSS, Movimento Libertà Statutarie
Il nuovo governo per far fronte ai problemi dei lavoratori, o comunque di natura sindacale, nel suo programma aveva previsto la riforma tributaria, il reperimento di nuovi investimenti, una programmazione economica rigorosa, un preciso piano di sviluppo del territorio, la prosecuzione della logica del pieno impiego, la possibilità per tutti di avere una casa propria, la razionalizzazione ed incentivazione delle industrie, l’attuazione di corsi professionali, la regolamentazione delle cooperative di lavoro e consumo, la ristrutturazione dell’ISS, la pensione alle casalinghe, il contenimento dei prezzi dei prodotti di largo consumo con la ristrutturazione della “Sociale”, l’istituzione di una Camera di Commercio e Artigianato, l’aumento delle superfici rurali, la valorizzazione dei prodotti agricoli locali e altro ancora. Alcune di queste aspirazioni troveranno realizzazione abbastanza rapida: in settembre venne varata una legge per la salvaguardia del territorio, e in ottobre una legge istitutiva di un “Fondo di Solidarietà” in favore degli operatori agricoli. Altre videro la luce solo l’anno dopo: in maggio la legge che istituiva la pensione di invalidità e di vecchiaia per le casalinghe, in marzo e giugno due leggi a vantaggio dell’agricoltura, in luglio una legge a favore degli artigiani, e un’altra ancora nel luglio del 1975. Sempre durante l’estate fu promulgata una legge per l’assegnazione degli appartamenti dell’edilizia sociale e dei lotti edificabili.
* nel 1973 avvenne per la prima volta la celebrazione unitaria dei due sindacati del 1° maggio basata su rivendicazioni concordate, ovvero l’inversione di tendenza nella politica economica per realizzare la piena occupazione e l’utilizzazione di tutte le energie produttive nel pieno rispetto del lavoratore, la lotta contro il carovita, una scuola proiettata verso le esigenze dell’uomo e della società, migliori contratti, salari e pensioni.
* Il 1974 si chiuse con uno sciopero generale contro il carovita e a difesa dei salari, a favore dell’occupazione, dell’istituzione di altri servizi pubblici e sociali, per una riforma pensionistica e fiscale. La tensione nel periodo era elevata per colpa dell’inflazione che continuava ad erodere fortemente gli stipendi, ed anche perché l’Associazione Industriali aveva bloccato alcuni rinnovi contrattuali
* 5/4/75: 4° congresso: “L’unità sindacale per affrontare da una posizione di forza i problemi dei lavoratori e del paese”. Ormai del problema dell’agricoltura non si parla quasi più. Bisogno di una programmazione economica reale e non solo teorica come quella varata qualche anno prima dal governo. Pessimismo per l’economia, interventi a favore della donna e per una scuola migliore e più al passo coi tempi. l’eccessivo costo della casa e dei terreni edificabili, gli scarsi investimenti nell’edilizia popolare, il grande numero di operai, circa 800, impiegati nei cantieri statali e scarsamente sindacalizzati per il clientelismo che si faceva nel settore, il bisogno di servizi (scuole, asili, mense, trasporti) in grado di aiutare i lavoratori e soprattutto le lavoratrici, il pubblico impiego, ecc. Giardi confermato
* In questo periodo esisteva a San Marino la scuola elementare con alcuni plessi a tempo pieno ancora sperimentale, e altri col tempo normale (la legge che regolamenterà definitivamente gli orari verrà promulgata solo nel 1992), la scuola media obbligatoria fino ai 14 anni, istituita nel 1963, il liceo classico come unica scuola superiore. Nel 1980 verrà istituito il Centro di Formazione Professionale, nel 1981 l’Istituto Tecnico Industriale, nel 1983 il liceo linguistico, nel 1990 il liceo scientifico, nel 1999 il liceo economico.
* Nell’ottobre del 1975 venne istituita la cassa per l’integrazione dei guadagni dei lavoratori dipendenti da imprese industriali, da imprese dell’edilizia e dei salariati dello Stato. Nel 1976 venne promulgata una legge a vantaggio dell’artigianato e una migliorativa degli assegni familiari. Nel 1977 vi fu l’istituzione del servizio socio – sanitario, la regolamentazione delle società cooperative, e una legge a favore del mondo agricolo. Nel 1978 non registriamo nulla di particolarmente interessante per il discorso che si sta portando avanti, mentre nel ’79 fu promulgata una legge per incentivare l’occupazione giovanile e femminile, ed una nuova legge sul collocamento.
* Uno dei fatti principali del periodo fu proprio la creazione della Centrale Sindacale Unitaria (C.S.U.) tramite l’approvazione del “Documento politico per l’Unità Sindacale”, dell’ “Atto costitutivo della Centrale Sindacale Unitaria”, del “Documento sulle strutture del Sindacato” avvenuta nelle sedute dei Consigli Confederali CSdL e CDLS del giorno 21 febbraio 1976. Chiedono: una precisa inversione di tendenza con il superamento dello stato assistenziale, lo sviluppo dell’occupazione qualificata e la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo.
* 17/18 marzo: V congresso. il periodo in questione era stato caratterizzato da:
–    un’attività contrattuale e rivendicativa che aveva confermato e definitivamente consolidato la politica di collegamento fra contrattazione e riforme, con rivendicazioni e lotte parallele per la tradizionale regolamentazione del rapporto di lavoro e dei problemi dei lavoratori nella società;
–    lo sviluppo organizzativo del sindacato che, pur presentando ancor alcuni aspetti insoddisfacenti, aveva reso l’organizzazione migliore ed irriconoscibile in confronto alla modestia della presenza nel paese dei periodi precedenti;
–    lo sviluppo dell’unità sindacale fino ai livelli notevoli della costituzione della C.S.U. e di una  sede unitaria.
Inoltre era stato individuato un nuovo modello di sviluppo della società che aveva portato il sindacato a proporre piattaforme e strategie tese a:
–    determinare una svolta nelle scelte di politica economica e sociale del paese;
–    salvaguardare e sviluppare i settori produttivi capaci di assicurare l’occupazione, privilegiando questi settori sulle attività parassitarie e speculative e sull’occupazione assistenziale;
–    sviluppare i servizi sociali quale risposta non individuale ai problemi dei lavoratori e per una difesa reale del potere d’acquisto delle retribuzioni;
–    superare lo stato paternalista e assistenziale per costruire un vero stato di diritto;
–    realizzare obiettivi perequativi nel trattamento economico e normativo per i lavoratori;
–    aprire spazi sempre più decisivi alla partecipazione dei lavoratori nel controllo del rapporto di lavoro (salute, rapporti disciplinari, andamento economico dell’azienda, qualifiche) e delle condizioni generali (gestione dei servizi sociali, della salute, della scuola);
–    dare efficienza alla pubblica amministrazione rendendo i dipendenti protagonisti qualificati dei servizi erogati dallo Stato e in stretta alleanza con gli utenti.
nelle tesi si evidenziava che la situazione economica locale
–    aveva continuato nei processi tradizionali di sviluppo dei settori economici indipendentemente dalle prospettive di tenuta nel tempo degli stessi rispetto al mercato e rispetto alla situazione economica generale;
–    aveva registrato un’assoluta mancanza di orientamento, di incentivi o disincentivi sulla base di scelte programmatiche;
–    aveva permesso lo sviluppo della rendita speculativa e parassitaria grazie allo sfruttamento delle prerogative sovrane di San Marino e del territorio, ormai compromesso in maniera irrecuperabile;
–    aveva perseverato nello sviluppo dell’occupazione assistenziale nei cantieri dello Stato e dell’attività alle dipendenze della pubblica amministrazione;
–    aveva assistito con indifferenza nel terziario alla costante trasformazione dell’attività autonoma da produttiva a commerciale;
–    era stata caratterizzata dal consolidamento di una precisa concezione ideologica di rifiuto di un modello diverso di sviluppo, e di conservazione e razionalizzazione di una logica che prevedeva l’emarginazione della classe operaia e l’instaurazione in posizione egemonica di una classe minoritaria protetta e detentrice del potere economico, acquisito con la speculazione ed il parassitismo a scapito dell’intero Paese, che creava dipendenza dall’estero e da circoli finanziari occulti.
* 1976: inizia ad operare la Titancoop e la Cooperativa Nuova Titangres
* raffreddamento dei rapporti tra Sindacato e Governo a partire dallo sciopero generale del settore industria svoltosi il 4 maggio 1977
* la situazione politica nel paese era “notevolmente surriscaldata”, e avrebbe potuto portare ad uno scontro insanabile col sindacato, viste le pesanti polemiche che vi erano state nei mesi precedenti riguardo al ruolo del sindacato stesso e agli spazi in cui pretendeva di muoversi. Nuovo ruolo non solo rivendicazionistico del sindacato. La DC stava attaccando costantemente il sindacato e si dimostrava ostile all’unità. Nuovo governo, inizia un serrato confronto coi sindacati: In particolare l’attenzione si concentrò sulla crisi dell’occupazione e degli investimenti, messa anche in evidenza da una relazione della Segreteria alle Finanze del novembre del 1978, sull’esigenza di riformare la Pubblica Amministrazione, che stava assorbendo troppe risorse economiche, sull’urgenza di ristrutturare l’I.S.S.
* periodo di crisi del sindacato: Giardi attribuisce la colpa agli attacchi sistematici subiti nella seconda metà degli anni 70 soprattutto dalla DC che si era vista sfilare il suo ruolo di guida.
* Decreto n. 72, 25/9/1980 Istituzione degli organi collegiali di gestione della scuola.