Agli inizi del 1960 la CDLS era già divenuta un ente importante della società sammarinese avendo raggiunto i 2.318 tesserati, di cui 755 provenienti dal pubblico impiego, 700 dall’industria, 401 dall’agricoltura, 285 dall’impiego privato, 82 dall’artigianato e 95 da attività varie. Con tali numeri il 12 giugno dello stesso anno svolse il suo primo congresso in cui esaltò la nuova libertà sindacale ora possibile per l’esistenza di un secondo sindacato, e ribadì tutte le riforme e le innovazioni legislative che avrebbe spinto negli anni futuri (cassa di compensazione per gli assegni familiari, assicurazione contro l’invalidità e la vecchiaia, l’ingresso in Repubblica di industrie “più numerose e controllate”, agevolazioni per gli agricoltori, una legge per disciplinare in maniera organica l’apprendistato, lo sviluppo dell’istruzione professionale e post – elementare, una riforma per i pubblici dipendenti). Proprio per mettere a punto strategie utili per migliorare il mondo dell’agricoltura, nel mese di dicembre, sempre del ’60, si tenne un convegno di studio della CDLS in cui vennero messe a fuoco alcune idee che negli anni seguenti determineranno non poche innovazioni legislative in materia.
Altra conquista fortemente voluta fu la nuova e modernissima legge sul lavoro varata nel febbraio del 1962 al posto di quella del ’49. Tra i suoi punti di forza si possono citare il principio della pluralità sindacale, la parità salariale tra uomo e donna a parità di prestazione lavorativa, il diritto di sciopero, la validità erga omnes dei contratti di lavoro, la regolamentazione dell’apprendistato, l’aumento dei giorni in cui si manteneva il diritto al posto di lavoro in caso d’infortunio, vantaggi sindacali a favore delle neo mamme e altro ancora.
Altra normativa indotta dal grande attivismo nel periodo della CDLS fu la “Legge per la tutela dell’apprendistato” del settembre del ’61 con cui si forniva finalmente adeguata tutela sindacale anche a chi voleva imparare un mestiere, prima lasciato invece abbastanza allo sbaraglio. Nel ’62 vide la luce anche una nuova Legge organica per gli impiegati dello Stato, che andava a sostituire la precedente, risalente addirittura al ’25. Sempre nei primi anni ’60, precisamente nel 1963, l’obbligo scolastico venne esteso a 14 anni, ma in seguito la CDLS continuò a premere sul governo per istituire corsi professionali per qualificare maggiormente i lavoratori sammarinesi. L’istituzione di un Centro di Formazione Professionale si dimostrerà piuttosto lunga (nascerà solo nel 1980), per cui si scelse la strada delle convenzione con il Centro Zavatta di Rimini e l’istituto alberghiero di Riccione.
Nel luglio del 1964 la CDLS organizzò una sua assemblea in cui puntualizzò le urgenze, ovvero: una legge per la prevenzione infortunistica, perché vi erano mediamente parecchi infortuni sul lavoro e nessuna garanzia per i lavoratori infortunati; la riorganizzazione in senso cooperativistico del settore agrario; il credito agevolato per le aziende sane; aree e case per i lavoratori “onde favorire il consolidamento del nucleo familiare che è la cellula viva della Società”; la cassa per gli assegni familiari; la riforma del Congresso di Stato e di seguito una pubblica amministrazione più efficiente; una disciplina maggiore nella concessione delle licenze commerciali; una politica fiscale più equa. Negli anni ‘60 vennero varate altre importanti leggi dietro spinta della CDLS: una sull’edilizia, in forte espansione nel periodo, altre per fornire agevolazioni fiscali alle industrie operanti in aree depresse, una per disciplinare giuridicamente le attività artigianali, un’altra ancora per regolamentare il pieno impiego della mano d’opera. Una grande conquista di questo momento fu senz’altro la nascita della cassa integrazione salari nel marzo del 1967, ma ve ne furono anche numerose altre. Furono anni senza dubbio pieni d’entusiasmo, ma anche estremamente precari perché economicamente il sindacato non poteva contare su finanziamenti adeguati e spesso l’attività ristagnava per carenza di denaro. Solo nel marzo del 1968, infatti, venne istituita una quota sociale a favore delle Organizzazioni Sindacali, che permise finalmente una piena attività sindacale. Gli ultimi anni ’60 videro anche l’inizio di un dialogo tra i due sindacati, i cui rapporti erano rimasti fin lì piuttosto gelidi. Il primo momento in cui si riuscì ad attivare una collaborazione fu senz’altro in concomitanza dello sciopero generale svolto il 17 settembre 1968. Nel marzo del 1969 la CDLS celebrò il suo secondo congresso in cui venne puntualizzato che non bastava ormai solo preoccuparsi dei soldi dei lavoratori, ma occorreva lottare anche per la loro qualità di vita. Inoltre andava: promossa e favorita la partecipazione delle forze intellettuali alla vita sindacale, forze che fin lì erano state piuttosto assenti o addirittura diffidenti verso il sindacato; sviluppato ed elevato il livello culturale della popolazione, perché si erano prodotte tante innovazioni negli anni recenti; interpretate ed organizzate le giuste aspirazioni dei giovani, orientandoli a porre le loro forze al servizio dello sviluppo sociale ed a sottrarli al miraggio di una sterile quanto dannosa contestazione globale. Nel ’69 videro la luce altre importanti leggi per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e per l’igiene del lavoro che da tempo la CDLS aveva richiesto, così come vennero migliorate quelle sulla pensione.
Altra conquista fortemente voluta fu la nuova e modernissima legge sul lavoro varata nel febbraio del 1962 al posto di quella del ’49. Tra i suoi punti di forza si possono citare il principio della pluralità sindacale, la parità salariale tra uomo e donna a parità di prestazione lavorativa, il diritto di sciopero, la validità erga omnes dei contratti di lavoro, la regolamentazione dell’apprendistato, l’aumento dei giorni in cui si manteneva il diritto al posto di lavoro in caso d’infortunio, vantaggi sindacali a favore delle neo mamme e altro ancora.
Altra normativa indotta dal grande attivismo nel periodo della CDLS fu la “Legge per la tutela dell’apprendistato” del settembre del ’61 con cui si forniva finalmente adeguata tutela sindacale anche a chi voleva imparare un mestiere, prima lasciato invece abbastanza allo sbaraglio. Nel ’62 vide la luce anche una nuova Legge organica per gli impiegati dello Stato, che andava a sostituire la precedente, risalente addirittura al ’25. Sempre nei primi anni ’60, precisamente nel 1963, l’obbligo scolastico venne esteso a 14 anni, ma in seguito la CDLS continuò a premere sul governo per istituire corsi professionali per qualificare maggiormente i lavoratori sammarinesi. L’istituzione di un Centro di Formazione Professionale si dimostrerà piuttosto lunga (nascerà solo nel 1980), per cui si scelse la strada delle convenzione con il Centro Zavatta di Rimini e l’istituto alberghiero di Riccione.
Nel luglio del 1964 la CDLS organizzò una sua assemblea in cui puntualizzò le urgenze, ovvero: una legge per la prevenzione infortunistica, perché vi erano mediamente parecchi infortuni sul lavoro e nessuna garanzia per i lavoratori infortunati; la riorganizzazione in senso cooperativistico del settore agrario; il credito agevolato per le aziende sane; aree e case per i lavoratori “onde favorire il consolidamento del nucleo familiare che è la cellula viva della Società”; la cassa per gli assegni familiari; la riforma del Congresso di Stato e di seguito una pubblica amministrazione più efficiente; una disciplina maggiore nella concessione delle licenze commerciali; una politica fiscale più equa. Negli anni ‘60 vennero varate altre importanti leggi dietro spinta della CDLS: una sull’edilizia, in forte espansione nel periodo, altre per fornire agevolazioni fiscali alle industrie operanti in aree depresse, una per disciplinare giuridicamente le attività artigianali, un’altra ancora per regolamentare il pieno impiego della mano d’opera. Una grande conquista di questo momento fu senz’altro la nascita della cassa integrazione salari nel marzo del 1967, ma ve ne furono anche numerose altre. Furono anni senza dubbio pieni d’entusiasmo, ma anche estremamente precari perché economicamente il sindacato non poteva contare su finanziamenti adeguati e spesso l’attività ristagnava per carenza di denaro. Solo nel marzo del 1968, infatti, venne istituita una quota sociale a favore delle Organizzazioni Sindacali, che permise finalmente una piena attività sindacale. Gli ultimi anni ’60 videro anche l’inizio di un dialogo tra i due sindacati, i cui rapporti erano rimasti fin lì piuttosto gelidi. Il primo momento in cui si riuscì ad attivare una collaborazione fu senz’altro in concomitanza dello sciopero generale svolto il 17 settembre 1968. Nel marzo del 1969 la CDLS celebrò il suo secondo congresso in cui venne puntualizzato che non bastava ormai solo preoccuparsi dei soldi dei lavoratori, ma occorreva lottare anche per la loro qualità di vita. Inoltre andava: promossa e favorita la partecipazione delle forze intellettuali alla vita sindacale, forze che fin lì erano state piuttosto assenti o addirittura diffidenti verso il sindacato; sviluppato ed elevato il livello culturale della popolazione, perché si erano prodotte tante innovazioni negli anni recenti; interpretate ed organizzate le giuste aspirazioni dei giovani, orientandoli a porre le loro forze al servizio dello sviluppo sociale ed a sottrarli al miraggio di una sterile quanto dannosa contestazione globale. Nel ’69 videro la luce altre importanti leggi per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e per l’igiene del lavoro che da tempo la CDLS aveva richiesto, così come vennero migliorate quelle sulla pensione.
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