A tempo di record
Emergenza idrica risolta. La CDLS sottolinea l’impegno dei lavoratori impegnati dopo la frana. Ma la legge sulla Protezione Civile?
San Marino, 10 novembre 2005
Emergenza risolta nel giro di 24 ore. Dopo la frana di Montecucco, che ha colpito al cuore il sistema idrico di San Marino, nella mattinata di giovedì 10 novembre l’acqua è tornata a tutti gli utenti sammarinesi.
“Considerata l’ampiezza della frana, che ha interessato una linea di terreno lunga trecento metri e la complessità dei danni alle condotte idriche, l’emergenza è stata superata a tempo di record”, afferma la segreteria della CDLS. “Una rapida soluzione che va ascritta all’impegno e alla professionalità dimostrata dai lavoratori dell’Azienda Servizi, dell’Azienda di Produzione e dagli agenti di Gendarmeria e Polizia Civile”.
“L’efficiente piano di emergenza attivato dopo la frana – sottolinea la CDLS – è la migliore risposta a quel logoro luogo comune che dipinge i dipendenti dello Stato solo come vagabondi e privilegiati. Ancora una volta, invece, decine e decine di lavoratori pubblici hanno dimostrato l’esatto contrario, mettendo in campo grande abnegazione e perizia a favore dell’intera cittadinanza”.
Per la CDLS, infine, la grave emergenza idrica di queste ore è un’ulteriore conferma della necessità di dotare anche la nostra Repubblica di strumenti sempre più adeguati per fronteggiare le calamità naturali, a partire da una rapida approvazione della legge quadro sulla Protezione Civile ferma in Consiglio.
“A San Marino – spiega la CDLS – la Protezione Civile di fatto non esiste: il servizio è garantito di volta in volta da alcuni agenti di polizia e dalle squadre della aziende di Stato. Il tutto è affidato alla buona volontà e all’impegno, certamente encomiabile, del personale pubblico, ma manca un vero coordinamento e un addestramento. E’ dunque necessario un colpo di acceleratore all’iter legislativo che prevede la dotazione di una legge che metta nero su bianco le regole per organizzare e coinvolgere tutti gli enti pubblici interessati alla protezione civile: aziende autonome, istituto per la sicurezza sociale, guardie ecologiche, i vari corpi di polizia, la Croce Rossa e le associazioni di volontariato. Fissando così precisi compiti e avviando corsi di formazione professionale. Intendiamoci: non si tratta di appesantire l’amministrazione pubblica con un nuovo ente e con nuove assunzioni, ma di dotare la nostra Repubblica di una legislazione e di una struttura in grado di far fronte con sempre maggiore efficienza alle emergenze”