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12° Congresso CDLS: al via le assemblee

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Le Federazioni Servizi e Industria hanno preparato il calendario delle assemblee precongressuali. Si parte lunedì 19 gennaio.

San Marino, 12 gennaio 2004

Dopo le festività natalizie la macchina organizzativa del 12° congresso CDLS ha ripreso a girare a pieno ritmo. Sono già in programma i primi calendari delle assemblee precongressuali che si terranno nei luoghi di lavoro.

E’ la Federazione Servizi, guidata da Mirco Battazza, ad aver fissato gli incontri (oltre 50) con i lavoratori: l’esordio è fissato per lunedì 19 gennaio.
Il giorno dopo (martedì 20) è invece in agenda la prima assemblea della Federazione Industria, diretta da Giorgio Felici.
Nelle assemblee precongressuali si discuteranno le tesi approvate lo scorso 11 dicembre dall’Attivo dei rappresentanti sindacali e si voteranno i delegati.
Al termine del ciclo di assemblee saranno oltre 500 i lavoratori che parteciperanno alle assise di marzo in qualità di delegati.

Tra le principali proposte contenute nelle tesi del 12° Congresso c’è quella di istituire una Carta dei servizi sanitari in grado così di definire con chiarezza standard di qualità, tempi di riposta e modalità d’intervento in modo da tale che i cittadini siano messi tutti sullo stesso piano e a loro volta possano esercitare un controllo diretto del sistema sanitario. Ribadita poi la necessità di avviare la riforma previdenziale, con il sistema pubblico a ripartizione come pilastro centrale e un secondo pilastro di natura privata garantito da un quadro legislativo e che si dovrà concretizzare nei fondi pensione collettivi.

Sul versante del carovita e dell’equità fiscale, la CDLS ha rivendicato l’urgenza di varare una politica di contenimento della dinamica inflattiva, che anche in Repubblica ha minacciato il potere d’acquisto di salari e stipendi. E’ stata indicata anche la necessità di potenziare l’attuale commissione prezzi e i controlli nel settore commerciale per evitare le euro-speculazioni.

Quanto al mercato del lavoro, le tesi sottolineato l’alta flessibilità esistente dovuta ai rapporti di lavoro a tempo dei frontalieri (il 43% degli occupati) e ai contratti di lavoro atipici. Il tavolo di confronto avviato sulla riforma del mercato del lavoro è dunque una occasione per superare la precarietà esistente nei rapporti imprese-dipendenti, così come per risolvere il nodo fiscale e quello contrattuale dei frontalieri.